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Regione Lombardia: Distanza di un metro anche tra le persone dello stesso tavolo?

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Polemica per un Tweet sarcastico del sindaco di Bergamo Giorgio Gori a proposito di un punto dell'Ordinanza N°547 del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana

“Distanza tra i clienti dei ristoranti: la Regione Lombardia modifica le linee guida del governo e fa saltare la deroga per i familiari. Così due persone che dormono insieme dovranno cenare a 1 m di distanza, e se il tavolo è largo 80 cm non potranno sedersi una di fronte all’altra”
Questo scrive Giorgio Gori in merito alle misure, ancora più stringenti rispetto a quelle Ministeriali, prese dalla Regione Lombardia in tema di distanziamento sociale all’interno dei ristoranti.
In data 17 maggio 2020, il Presidente Attilio Fontana ha firmato l’Ordinanza N° 547 che ribadisce in gran parte le disposizioni del Decreto emanato poche ore prima, al fine di fornire indicazioni precise per la ripartenza delle attività a partire dal 18 maggio.Vi sono però delle importanti aggiunte, una di queste riguarda proprio il distanziamento al tavolo. Il DPCM infatti prevede il mantenimento di una distanza minima obbligatoria di 1 metro, all’interno della Regione Lombardia però questa distanza sarà da rispettare anche per i conviventi.  

Regole uguali per tutti

Direttive ferree insomma, che vanno a negare la deroga concessa dal Governo e dalle altre Regioni per conviventi e familiari che mangiano allo stesso tavolo. Più precisamente il testo dichiara che, anche persone appartenenti allo stesso nucleo familiare in grado di dimostrare legami di parentela e conviventi sotto lo stesso tetto, dovranno rispettare al tavolo la distanza prevista per tutti gli altri commensali che decidono di concedersi un pasto al ristorante

Perchè questa scelta così drastica?

Ce lo spiega l’Assessore allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli, rispondendo prontamente al Sindaco di Bergamo ribadendo quanto detto dal Presidente Fontana. 

la nostra scelta è mirata a semplificare la vita dei ristoratori e quella dei cittadini. Abbiamo deciso di puntare su regole uniformi con l’obiettivo di evitare di rendere ancor più complicata la gestione di una situazione emergenziale e, per certi versi, senza precedenti

Si tratta dunque di una scelta dettata dalla volontà di semplificare la gestione da parte dei ristoratori al momento di valutare le effettive condizioni che permetterebbero a più persone di creare un “assembramento” in un luogo a rischio. Dimostrare la convivenza o la parentela è  lasciato alla responsabilità del dichiarante ed al suo buon senso, spiegano dalla Regione. La priorità deve rimanere contenere l’emergenza sanitaria sulla base delle valutazioni scientifiche, non si può delegare questa responsabilità ai ristoratori trasformandoli in accertatori di parentela o di convivenza. 
La scelta è quindi quella di prevenire i “furbi” andando a rendere le regole uguali per tutti, penalizzando di conseguenza le persone corrette in nome della sicurezza collettiva. 

Eccezioni

Esistono comunque delle eccezioni a questa regola. Il mantenimento della distanza di 1 metro in caso di accompagnamento di minori di sei anni o persone non autosufficienti non è obbligatorio. Resta valida anche la possibilità di diminuire la distanza obbligatoria al tavolo tramite il ricorso a barriere fisiche “adeguate a prevenire il contagio tramite droplet”.

 Per quanto tempo?

L’Ordinanza N°547 del 17 maggio 2020 avrà validità fino al 31 maggio. In seguito si valuterà l’evoluzione dell’emergenza e si potrà pensare di, eventualmente, rendere meno stringenti le misure di contenimento previste fino a quella data.
È quindi di fondamentale importanza che i gestori di attività nel campo della Ristorazione prendano in seria considerazione queste direttive, evitando così possibili sanzioni in un periodo nel quale il comune buon senso deve essere sostituito da regole stringenti al fine di garantire la sicurezza di tutti.
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